Come scegliere la grandezza e il numero di radiatori tubolari Tesi Irsap per il riscaldamento della propria casa? Ecco una guida molto semplice per voi.Voglio starmene al calduccio, dice il gatto sdraiato sul radiatore. Ma come vanno dimensionati i radiatori tubolari, come ad esempio gli IRSAP TESI, in funzione degli ambienti dove saranno installati? E come evitare che il gatto si scotti?
Fondamentale è conoscere non solo la volumetria dell’ambiente da riscaldare, ma anche la classe energetica dell’edificio e la zona climatica di applicazione che determineranno il fabbisogno calorico a metro cubo per raggiungere il risultato voluto, di solito espresso in Watt.
Di fatto, a pari volumetria, diverso sarà dimensionare un radiatore destinato alla Valle d’Aosta o uno destinato in Sicilia, così come sarà diverso per un appartamento di nuova concezione in Classa energetica A o per un appartamento in ristrutturazione risalente agli anni 80. Questo compito è solitamente lasciato al termotecnico che attraverso una serie di parametri può facilmente determinare il dato necessario.
Fatto questo, il secondo parametro indispensabile è conoscere il tipo di impianto ed il risultato che si vuole ottenere in termini di consumi e risparmio sulla bolletta, perché questo determina la temperatura di mandata dal generatore di calore.
In Italia esistono milioni di impianti con caldaie che oggi vengono identificate con il termine “tradizionali”, con temperatura in mandata ai radiatori a 70°C. Caldaie poi soppiantate da quelle a condensazione con basse emissioni di ossidi di azoto per questioni ecologiche. Queste ultime però, per dare un vero risparmio energetico, dovrebbero essere tarate per mandare acqua all’impianto con una temperatura non superiore ai 50°C.
Ecco perché le rese dei radiatori tubolari come gli IRSAP TESI, vengono dichiarate per elemento a seconda della sua altezza e del numero di colonne, che ne determinano anche la profondità, ed a seconda del ΔT (DELTA T) di lavoro previsto (50°C – 40°C – 30°C e così via..).
DELTA T sta per differenza di temperatura tra la mandata all’impianto ed il ritorno dallo stesso.
Con ΔT 50°C si intende una temperatura di mandata dalla caldaia di 70°C e ritorno alla stessa dall’impianto a 20°C (parametro per le vecchie caldaie tradizionali).
Con ΔT 30°C si intende invece una temperatura di mandata a 50°C e ritorno a 20°C (parametro per le nuove caldaie a condensazione). Quello che cambia nel dato, sostanzialmente è sempre la temperatura di mandata.
Se prendiamo in esame un radiatore tubolare IRSAP TESI 3 colonne alto 180 cm, la resa dichiarata con ΔT 50°C è pari a 168,9 W per elemento, ma scende a 85,8 W con ΔT 30°C ovvero quasi si dimezza. Ne va da se che per dare la stessa resa senza intervenire sulla classe energetica dell’edificio (ad esempio facendo un “cappotto”) servirebbe un radiatore grosso il doppio di quello precedentemente installato, e questo non sempre è possibile per via degli spazi a disposizione.
Sia chiaro che una caldaia a condensazione può benissimo mandare acqua all’impianto a 70°C, ma non condensa più a scapito del risparmio energetico.
Vi diciamo questo perché ci si trova molto spesso davanti alla ristrutturazione di vecchi impianti dove la caldaia tradizionale viene sostituita da una caldaia a condensazione e di procede anche alla sostituzione dei vecchi termosifoni, magari in ghisa, con i nuovi radiatori tubolari in acciaio tipo IRSAP TESI.
Ebbene, in questi casi raccomandiamo di scegliere i nuovi termosifoni considerando il ΔT 30. Più ci si avvicinerà a questo dato, maggiore sarà il risparmio sui consumi.
Si possono poi applicare valvole termostatizzabili e testine termostatiche anche semplici ed a basso costo, come quelle a sensore di liquido, che manterrano nell’ambiente una temperatura preimpostata chiudendo il radiatore quando questa viene raggiunta, per ottimizzare l’impianto e risparmiare.
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