Oggi parliamo degli apparecchi che hanno la funzione di produrre acqua calda sanitaria (ACS), comunemente noti come scaldacqua o anche scaldabagni.
SCALDABAGNI ELETTRICI, A GAS E IN POMPA DI CALORE
Con la progressiva metanizzazione del paese ed il crescente costo dell’energia elettrica, nel corso degli ultimi 25 anni lo scaldabagno elettrico subisce un declino e viene soppiantato dalla caldaia murale o centralizzata con produzione di ACS.
Oggi è un apparecchio destinato a soluzioni di ripiego in locali ove non arriva il metano, oppure per la sostituzioni di apparecchi esistenti in vecchi impianti.
Gli scaldacqua con accumulo per uso domestico, comunemente detti boiler, hanno capacità che va dai 50 ai 100 litri. Il più utilizzato è quello da 80 litri. Riscaldano l’acqua e successivamente la mantengono ad una temperatura di settaggio che può essere impostata dall’utente in funzione delle sue necessità, generalmente intorno ai 45/60°C.
All’interno trova alloggio una resistenza elettrica, per cui il consumo dipende direttamente dalla capacità della stessa (1200/1800W). E’ chiaramente un apparecchio che quando è in funzione “mangia” buona parte della disponibilità al contatore rischiando di far saltare la corrente se contemporaneamente stiamo utilizzano ad esempio il phon per asciugarci i capelli. A peggiorare i rendimenti entra poi in gioco il calcare. A questo proposito, abbiamo scritto un articolo di approfondimento sugli addolcitori, ve lo consigliamo.
La bontà di un boiler rispetto ad un altro si misura nella qualità della smaltatura e della coibentazione isolante dell’accumulo rispetto all’ambiente esterno, dati che incidono su classe energetica, consumi ed ovviamente costo iniziale di acquisto. Pertanto va detto che, come sempre, chi meno spende peggio spende perché una buona coibentazione che limita le dispersioni di calore verso l’ambiente esterno in bolletta si ripaga rapidamente.
Esistono anche scaldacqua elettrici istantanei con accumuli molto piccoli, 10/15 L, che hanno ancora una buona diffusione perché molto pratici. Come le caldaie, si attivano solamente su richiesta e sono utilizzati per piccole applicazioni, ad esempio per lavarsi le mani. La resistenza incorporata non è indicata per la produzione in continuo di acqua calda per la doccia, le potenze in gioco sarebbero enormi.
I modelli a gas possono essere alimentati da metano o anche da GPL. Chiaramente per la loro installazione ci si deve rivolgere a personale qualificato e sono soggetti a regolamentazione per la sicurezza. Si attivano alla richiesta di acqua calda e non hanno accumulo. Quelli per uso domestico, a seconda della loro capacità sono in grado di produrre da 11 a 17 L/minuto in continuo di ACS, al pari di una caldaia.
I modelli in pompa di calore, infine, sono alimentati ad energia elettrica ma sfruttando il principio termodinamico della pompa di calore stessa a fronte di un consumo fatto 1000W rendono in caldo fino a 3000W ed oltre. Son apparecchi con accumuli più importanti che vanno da 150 a 300 Litri, che si stanno diffondendo rapidamente insieme ai nuovi impianti in pompa di calore per il riscaldamento impiegati nelle nuove costruzioni in classe A o nelle ristrutturazioni più importanti dove si vuole raggiungere la stessa classe energetica sostituendo il vecchio impianto a gas.
I PRO E I CONTRO DEGLI SCALDABAGNI ELETTRICI
Inoltre, quando l’acqua calda presente nel serbatoio è finita, bisogna attendere un certo lasso di tempo per poterne nuovamente disporre, in linea generale almeno un’ora. Sono apparecchi decisamente in controtendenza con le scelte impiantistiche attuali.
I PRO E I CONTRO DEGLI SCALDABAGNI A GAS
I PRO E I CONTRO DEGLI SCALDABAGNI IN POMPA DI CALORE
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